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Tutto sulla gara delle frequenze
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Ministro Passera: ''Venerdì riferirò la procedura per l'attribuzione frequenze''

Il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, ha detto che venerdì prossimo renderà nota la nuova procedura per l'attribuzione delle frequenze televisive liberate dal passaggio al digitale terrestre rispetto a quella attuale del beauty contest.

"E' mia intenzione rendere partecipe il Consiglio dei ministri, già convocato venerdì 20 alle 9, sulle decisioni che mi propongo di assumere", ha detto Passera rispondendo a una interrogazione alla Camera in cui il Pd sollecita il governo ad attribuire le frequenze a titolo oneroso con una gara.

''La procedura del beauty contest era stata prevista in un contesto economico e sociale molto diverso da quello attuale in cui lo Stato deve dimostrare di saper massimizzare le sue risorse", ha detto Passera.



Fonte: Reuters Italia


Ultima modifica di Tecnicol il 21 Apr 2012 01:36:38, modificato 1 volta in totale
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Passera: gara bis per le frequenze

Stop al beauty contest: lo anticipa alla Camera il ministro dello Sviluppo alla vigilia del consiglio dei ministri di venerdì. E spunta l'ipotesi di una riforma radicale dello spettro radio italiano. In linea con l'Europa

Frequenze, rivoluzione in arrivo. Non solo sul fronte dei multiplex televisivi dove il governo Monti dà una spallata definitiva al beauty contest. Le novità potrebbero riguardare l'intero settore con un radicale cambio di pagina così da rimettere l'Italia delle frequenze in linea con gli obiettivi europei. Appuntamento alle 9 di venerdì quando il ministro dello Sviluppo Corrado Passera presenterà al consiglio dei ministri le sue proposte per bloccare il beauty contest avviando le procedure per una nuova asta delle frequenze. "Quando è stato concepito il beauty contest il contesto economico e sociale italiano era molto diverso dall'attuale - dice Passera alla Camera rispondendo al question time voluto da Paolo Gentiloni (Pd) -. Ora le cose sono cambiate: serve valorizzare una risorsa dello Stato". C'è stata dunque una "riconsiderazione" dei principi alla base del beauty contest, quindi, che porta verso l'adozione di una "gara" anche considerando che lo spettro riveste un valore "strategico oltre che economico per il Paese". Un "diverso utilizzo" delle frequenze ha ricadute complesse "giuridiche, economiche, regolatorie" per cui era necessaria " un'attenta e sollecita analisi" da parte del governo. Analisi che però "è già quasi arrivata a termine".

Un annuncio di "inizio lavori" che rischia di suonare come una dichiarazione di guerra in un contesto come quello italiano finora dominato dagli interessi dei broadcaster, e non solo gli incumbent. Tra le ipotesi circola quella di un decreto legge, che sarà presentato venerdì mattina in cdm, che apre a uno scenario totalmente nuovo per l'Italia. Con un riassetto dello spettro che guarda al futuro, in grado di permettere un utilizzo neutrale e flessibile delle frequenze in linea con quanto chiede l'Europa. A cominciare dall'"accantonamento" di un ulteriore Ghz di frequenze che dovrà essere pronto per l'uso nel 2015. Come già annunciato dal segretario generale Roberto Viola al "Corriere delle Comunicazioni": "Miliardi di smartphone, tablet e la prossima Internet delle cose hanno bisogno di una massiccia iniezione di banda larga mobile in più, per non mandare in tilt i network mobili - aveva detto in un'intervista -. In pochi anni servirà almeno un Gigahertz di spettro radio ulteriore per veicolare questo tsunami di dati in avvicinamento".

Reazioni soddisfatte del Pd all'annuncio del ministro: "La discontinuità rispetto al precedente governo è evidente" ha detto Paolo Gentiloni del Partito Democratico, firmatario del question time al ministro.
"Nel prossimo Consiglio dei ministri il governo -sottolinea Gentiloni - procederà' a bloccare il beauty contest avviando le procedure per una nuova asta frequenze. Sono certo che nelle settimane successive il governo, d'intesa con Agcom e Commissione Europea - conclude l'esponente del Pd - individuerà le modalità più efficaci per un'assegnazione di frequenze remunerativa, capace di accrescere il pluralismo Tv e di soddisfare le crescenti esigenze di banda per l'accesso a internet da reti mobili".

Fonte: Corriere delle Comunicazioni
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Frequenze tv: Passera blocca per 90 giorni il Beauty Contest

«Abbiamo deciso di sospendere per 90 giorni la procedura di assegnazione delle frequenze per avere il tempo di definire al meglio la destinazione delle frequenze». Lo ha detto il ministro Corrado Passera in occasione della conferenza stampa di presentazione del decreto sulle liberalizzazioni, precisando che sul beauty contest, il concorso di bellezza che dovrebbe regalare 6 frequenze tv anche a Rai e Mediaset, ha «informato il Cdm dopo aver rivalutato la situazione» insieme all’Agcom e agli organismi europei. «Stiamo chiedendo ai cittadini italiani grandi sacrifici ed essendo le frequenze risorsa scarsa e preziosa, ci siamo presi del tempo per identificare destinazioni più coerenti con il piano di crescita» del Paese, ha aggiunto Passera.

Il rinvio di tre mesi della non-gara per i multiplex del digitale terrestre non implica però l’annullamento della stessa come richiesto da molteplici parti politiche (Pdl escluso logicamente), e potrebbe significare che il governo decida di modificare la modilità di assegnazione delle frequenze in palio, aggiungendo forse dei costi ulteriori alle società televisive che stanno gareggiando (si potrebbe dire sfilando) dinnanzi ai tre commissari nominati dal Ministero che dovranno stilare la graduatoria del contestato Beauty Contest.

Fonte: digitaldivide
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Mediaset reagisce: "Sospensione della legalità"
La sospensione del beauty contest per le frequenze digitali tv, per Mediaset è un "atto che sospende in realtà una situazione di legalità che deve invece essere al più presto ristabilita. Al di là delle mistificazioni circolate, il beauty contest è assolutamente legittimo". Mediaset confida che Ministero e governo "restituiranno certezza al diritto. In attesa di conoscere i contenuti del provvedimento, si riserva di valutare le azioni necessarie alla tutela degli interessi di una società quotata".

Fonte: TGCOM 24
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Ma Mediaset non si vergogna a dire cavolate. Basta frequenze a Rai e Mediaset.
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Questo è un favore a SKY....
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Frequenze tv: scatta la fase trattativa, in campo anche l'Agcom

Con la sospensione per tre mesi del beauty contest, annunciata dal ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, si apre una delicata trattativa con le aziende rimaste in gara. L’obiettivo è evitare quei ricorsi che getterebbero nuove incognite su un settore guardato a vista dall’Unione Europea.

E proprio per questo l’Agcom, già coinvolta prima dello stop, potrebbe essere nuovamente consultata, prima di prendere in mano il pallino del gioco qualora venisse indetta un’asta. La partita è anche politica per il governo, che deve evitare strappi con il Pdl: di fronte ad un annullamento della procedura voluta dall’ex ministro Paolo Romani, la reazione potrebbe essere meno cauta rispetto a quella con cui è stata accolta la decisione del momentaneo stop.

“Non sono d’accordo con lo stop - avverte Romani - ora il governo ha 90 giorni per pensare e ripensare. Ho l’impressione che sarà difficile trovare qualcuno che paghi le frequenze”. L’ex ministro sostiene inoltre che incappa in “un errore tecnico” chi sostiene che i multiplex possano essere usati per gli operatori di tlc, ipotesi circolata e sorretta dallo scopo di ampliare le possibilità di successo di un’asta. La decisione di Passera continua invece a trovare l’appoggio del resto dei partiti, dal Pd all’Udc, da Fli all’Idv, che ora chiedono di andare avanti con una gara vera e propria.

Chi ha già protestato, anche vivacemente, è stata Mediaset, mostrandosi pronta ad azioni legali in caso di annullamento del beauty contest. Per ora l’azienda di Cologno Monzese, così come le altre in gara, tra cui Rai e Ti Media, attende la convocazione del ministero per capire che tipo di compensazioni verranno proposte. La pratica da lunedì sarà in mano al Dipartimento per le comunicazioni. Le emittenti, che hanno ricevuto un’informativa e avranno 60 giorni di tempo per fare osservazioni, hanno dovuto presentare una fidejussione per partecipare, oltre a sostenere costi per la presentazione delle domande, ma il danno è soprattutto di prospettiva.

Il Biscione, ad esempio, avrebbe potuto ottenere il multiplex, che ha avuto temporaneamente in concessione, e sul quale ha sperimentato l’alta definizione. Proprio per questo la compensazione potrebbe non essere solo di tipo economico, ma riguardare l’utilizzo o l’allocazione di altre frequenze.


Il governo, dopo la trattativa, dovrebbe tentare di fare cassa attraverso un’asta, ma prima potrebbe essere necessario un passaggio legislativo. L’Agcom, che ha fornito un parere tecnico al ministero, ha ricordato che la delibera sul beauty contest è stata tradotta in legge su richiesta dell’Unione europea e che è quindi necessario un nuovo atto di legge per annullarla. L’Autorità ha inoltre ricordato che la gara è legata ad una procedura di infrazione dell’Ue, non ancora chiusa.

Fonte: digital-sat
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Gentiloni a Passera: ''Le frequenze del beauty contest sono state occupate''


Dopo lo stop al beauty contest, le frequenze in attesa di assegnazione, pur essendo state dichiarate dal ministero dello Sviluppo economico “indisponibili”, sono ‘occupate’ da emittenti locali e dalla Rai, fatta eccezione per il canale 58, che in via sperimentale era stato assegnato a Mediaset: a denunciarlo è Paolo Gentiloni (Pd), che in un’interrogazione al ministro Corrado Passera chiede “se e in quali date il ministero abbia autorizzato l’uso” di tali frequenze, “quando saranno liberate e se i costi di liberazione saranno a carico dell’amministrazione pubblica”.

Nell’interrogazione, Gentiloni cita “alcuni casi più eclatanti: i canali 25, 54 e 55 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti Telemilano e Più Blu e Più Blu2 nel principale sito servente della Lombardia (Valcava - 10 milioni di utenti potenziali); il canale 28 è utilizzato dall’emittente Solregina Po nel principale sito che serve Milano e la Lombardia occidentale (Monte Calenzone - 7 milioni di utenti potenziali); i canali 23, 55 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti CanaleZero, IdeaTV e IESTv nel principale sito che serve la provincia di Roma (Monte Cavo - 4 milioni di utenti potenziali) mentre i canali 54 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti TeleCapri HD e TV Capital nel sito che serve la città di Napoli (Monte Faito - 6 milioni di utenti potenziali). Infine il canale 24 è utilizzato dalla concessionaria del Servizio Pubblico (Rai) in tutto il Friuli e nel principale sito che serve la città di Bologna”.

“La sola eccezione - segnala ancora l’esponente Pd - è costituita dal canale 58, che il ministero aveva assegnato sperimentalmente a Mediaset, che dallo scorso autunno - sospeso l’utilizzo Mediaset - non è stato utilizzato da nessuno”.

Fonte: digital-sat
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DTT, frequenze del dividendo interno (beauty contest): interrogazione parlamentare sull'utilizzo da parte di tv locali e RAI


Dopo lo stop al beauty contest, le frequenze in attesa di assegnazione, pur essendo state dichiarate dal ministero dello Sviluppo economico “indisponibili”, sono ‘occupate’ da emittenti locali e dalla Rai, fatta eccezione per il canale 58, che in via sperimentale era stato assegnato a Mediaset.


A denunciarlo è Paolo Gentiloni (Pd), che in un’interrogazione al ministro Corrado Passera chiede “se e in quali date il ministero abbia autorizzato l’uso” di tali frequenze, “quando saranno liberate e se i costi di liberazione saranno a carico dell’amministrazione pubblica”. Nell’interrogazione, Gentiloni cita “alcuni casi più eclatanti: i canali 25, 54 e 55 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti Telemilano e Più Blu e Più Blu2 nel principale sito servente della Lombardia (Valcava - 10 milioni di utenti potenziali); il canale 28 è utilizzato dall’emittente Solregina Po nel principale sito che serve Milano e la Lombardia occidentale (Monte Calenzone - 7 milioni di utenti potenziali); i canali 23, 55 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti CanaleZero, IdeaTV e IESTv nel principale sito che serve la provincia di Roma (Monte Cavo - 4 milioni di utenti potenziali) mentre i canali 54 e 59 sono utilizzati, rispettivamente, dalle emittenti TeleCapri HD e TV Capital nel sito che serve la città di Napoli (Monte Faito - 6 milioni di utenti potenziali). Infine il canale 24 è utilizzato dalla concessionaria del Servizio Pubblico (Rai) in tutto il Friuli e nel principale sito che serve la città di Bologna”. “La sola eccezione - segnala ancora l’esponente Pd - è costituita dal canale 58, che il ministero aveva assegnato sperimentalmente a Mediaset, che dallo scorso autunno - sospeso l’utilizzo Mediaset - non è stato utilizzato da nessuno”.


Fonte: Ansa
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SCHEDA-FREQUENZE TV: LE OPZIONI SUL TAVOLO DEL BEAUTY CONTEST.

Il 20 gennaio il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha annunciato la sospensione per 90 giorni della procedura del 'beauty contest' per l'assegnazione dei diritti d'uso di
frequenze televisive per il digitale terrestre derivanti dal cosiddetto "dividendo digitale", ossia dall'esubero di frequenze ottenute grazie al passaggio dalla tecnica analogica a quella digitale.
I partecipanti alla gara sono stati invitati a far pervenire le loro osservazioni entro sessanta giorni. Il governo ha spiegato di aver messo in discussione la modalità di assegnazione gratuita delle frequenze - "bene scarso e pubblico" secondo la definizione di Monti - assunta dal precedente esecutivo alla luce della crisi economica che sta attraversando l'Italia e dei pesanti sacrifici chiesti ai cittadini per riequilibrare i conti pubblici. Cosa farà ora il governo è tutto da capire. La strada appare stretta, principalmente per una questione di equilibri politici: il beauty contest, voluto dal governo di Silvio Berlusconi (proprietario di Mediaset ) era stato aspramente criticato dall'opposizione perchè ritenuto "un regalo" agli operatori dominanti, Biscione in primis. Oggi Pd e Pdl si trovano sullo stesso fronte a sostegno di Mario Monti, che non a caso ha recentemente parlato di "maggioranza evanescente".
Due i punti fermi che il governo non potrà ignorare: l'impegno assunto davanti ai cittadini a non concedere un bene pubblico gratuitamente e la necessità di rispettare i requisiti di pluralismo e trasparenza pretesi dall'Europa.
LE OPZIONI DEL GOVERNO:
Il beauty contest è nato di fatto come risposta alla Commissione europea, che nel 2006 aveva aperto una procedura di infrazione contro l'Italia perchè il processo di switch-over (la transizione dall'analogico al digitale) codificato dalla legge Gasparri (2004) a suo parere non garantiva il pluralismo e favoriva invece gli operatori dominanti (incumbent). Tornati al punto zero, l'Italia deve ancora una volta rispondere alle osservazioni dell'Europa, che aveva sospeso - e non ritirato - la procedura in attesa di conoscere l'esito del beauty contest.
Una premessa necessaria, di cui anche il governo dovrà tenere conto, è che da fine dicembre è stata recepita anche in Italia la posizione europea secondo cui i diritti d'uso delle frequenze sono cedibili a meno che non siano stati originariamente ottenuti a titolo gratuito: diventa pertanto impossibile la replica di una delle norme più dibattute del beauty contest che permetteva agli operatori di vendere le frequenze dopo cinque anni. Secondo alcuni legali, anche l'assegnazione di frequenze in cambio di canoni d'uso non dovrebbe renderle cedibili in quanto la proprietà resterebbe allo Stato.
Sono sostanzialmente cinque le opzioni che il governo ha davanti, ciascuna più o meno bilanciata tra l'esigenza di recuperare risorse e rendere più variegato il panorama televisivo italiano.
1) mantenere del beauty contest l'idea di assegnare le frequenze solamente ad uso televisivo e conservare la distinzione tra nuovi e vecchi operatori, scegliendo però una procedura di asta a pagamento. In questo caso diventerebbe meno scontato l'esito dell'assegnazione delle frequenze per i broadcaster storici perchè si baserebbe unicamente sulla loro capacità di spesa.
2)fare un'asta ma senza distinzione sull'utilizzo delle frequenze (l'ultima asta riservata alle tlc offriva frequenze che in origine erano delle Tv locali, quindi in una direzione questa distinzione è già stata superata dai fatti). Parteciperebbero in questo caso anche gli operatori tlc, sempre affamati di frequenze per la banda larga, anche se hanno appena preso parte a un'asta piuttosto onerosa. Sarebbe la soluzione che garantirebbe maggiori guadagni per il Tesoro, ma rischierebbe di trascurare le richieste Ue di riequilibrare i pesi nel mercato televisivo.
3) mantenere il principio del beauty contest ma riservato solo ai nuovi soggetti: il governo rinuncerebbe a un incasso ma aprirebbe davvero il mercato, in linea con lo spirito delle osservazioni della Commissione europea. Tra tutte è considerata la più "utopica" e la meno probabile delle scelte.
4) mescolare le varie opzioni, ad esempio riservando una parte delle frequenze ai nuovi soggetti e per le restanti fare una gara a rilanci aperta a tutti. Un elemento innovativo potrebbe essere la partecipazione di operatori di rete "puri" (cioè non fornitori di contenuti) non italiani, che potrebbero contaminare un panorama domestico da molti considerato troppo asfittico.
5) Rinunciare o rinviare la gara e tenere tutte o parte delle frequenze nella disponibilità del Tesoro.
COM'ERA IL BEAUTY CONTEST:
La gara è iniziata il 30 settembre 2011 dopo la pubblicazione del bando nella GU dell'8 luglio 2011 ed è nata, come già scritto, come risposta alla procedura di infrazione della Commissione europea.
Nel 2009 la Commissione ha sospeso la procedura di infrazione a seguito dell'adozione, da parte dell'Agcom, di un piano che stabiliva nuovi criteri per l'assegnazione delle frequenze digitali: Rai, Mediaset e Telecom dovevano lasciare ciascuna uno dei multiplex (blocchi di frequenze) ricevuti gratuitamente; questi sarebbero stati messi all'asta - insieme ad altre frequenze - prima dello switch-off (il passaggio definitivo al digitale) fissato al 31 dicembre 2012. La soluzione proposta alla fine alla Commissione è il beauty contest ("concorso di bellezza") che prevedeva l'assegnazione gratuita - sulla base di parametri economici e qualitativi - di sei multiplex per la realizzazione di reti televisive nazionali: cinque per il digitale terrestre (DVB-T) e uno per la Tv mobile (DVB-H) o per la seconda generazione del digitale terrestre (DVB-T2).
L'Ue ha mantenuto sospesa la procedura di infrazione in attesa di conoscere l'esito del beauty contest, giudicato positivamente - in linea di principio - per il fatto che non ostacolava l'ingresso di nuovi soggetti sulla base della sola capacità economica, come invece avrebbe fatto un'asta onerosa. Dei cinque multiplex per il digitale terrestre, tre (A1, A2, A3) erano riservati a operatori nuovi entranti, due (B1, B2) - secondo diversi esperti quelli di migliore qualità - erano destinati alle Tv già attive sul digitale: Rai, Mediaset e Telecom Italia Media (gruppo Telecom). Praticamente scontata l'assegnazione ai primi due (che sarebbero stati obbligati ad affittare ad altre emittenti almeno il 40% della capacità trasmissiva realizzata), a scapito di TI Media, che aveva al riguardo anche fatto ricorso.
Per le frequenze destinate ai "nuovi entranti" era riuscito a partecipare - dopo non poche difficoltà - anche Sky Italia (per il lotto A2), a condizione che trasmettesse in chiaro per almeno cinque anni, ma il 30 novembre scorso la Tv satellitare del gruppo Murdoch ha annunciato a sorpresa il suo ritiro dalla gara. Il gruppo era vincolato dall'Ue a non utilizzare il digitale terrestre per la Tv a pagamento fino a
inizio 2012; una condizione ormai decaduta.
Alla fine erano in gara:
Rai (lotti B1 e B2)
Elettronica Industriale (Mediaset) (lotti B1 e B2)
Telecom Italia Media Broadcasting (lotti B1, B2 e C1)
Europa Way (gruppo Europa7 di Francesco Di Stefano) (lotto A1)
Prima Tv (lotti A2 e A3)
Canale Italia (lotti A2 e A3)
3lettronica Industriale (gruppo Tre, che fa capo ad Hutchinson Whampoa )(lotto A2)
Erano state escluse Tivuitalia e Dbox.
In base al regolamento, le frequenze ottenute avrebbero potuto essere cedute dopo cinque anni dall'assegnazione, con un guadagno netto per il broadcaster che le avevano ricevute gratuitamente.
Di fatto il beauty contest avrebbe sostanzialmente replicato il panorama attuale, avvantaggiando soprattutto Rai e Mediaset, che si sarebbero viste restituire i multiplex pregiati che l'AGcom aveva chiesto di cedere.
OBIEZIONI A SOSPENSIONE:
Non a caso le maggiori opposizioni alla sospensione sono giunte da Mediaset, che ha parlato di "sospensione di una situazione di legalità" e si è riservata di valutare eventuali azioni per tutelare i propri interessi. Più cauti gli altri operatori interessati, che attendono di capire quale direzione prenderà il governo. TI media ha più volte sottolineato l'auspicio di veder riparato il torto che ritiene di aver subito quando, in previsione del riassetto, le è stato riconosciuto un unico multiplo digitale a fronte dei due canali analogici detenuti.
Una delle obiezioni all'ipotesi di un'asta è che all'estero le frequenze ottenute dal passaggio al digitale sono state assegnate gratuitamente. Si configurerebbe pertanto una disparità di trattatmento all'interno di un unico mercato. Notano però gli esperti del settore che in Europa il panorama televisivo è molto diverso, con un effetto evidente in termini di (minore) concentrazione.
Innanzitutto esiste nei principali paesi europei una distinzione tra operatori di rete che gestiscono i multiplex e i produttori di contenuti che li prendono in affitto; in Italia invece chi detiene le frequenze è lo stesso che le utilizza per trasmettere i propri contenuti. In secondo luogo, in Italia le frequenze derivanti dallo switch-over sono state assegnate con maggiore generosità che all'estero, dove già in partenza il paesaggio era molto più frastagliato. Rai e Mediaset hanno ricevuto infatti per ogni canale analogico un intero multiplex (ossia 5-6 canali in digitale) e a Mediaset è stato dato anche quello relativo a Rete4, che pure trasmetteva senza concessione. In più è stato permesso - fin dal 2001 - il trading delle frequenze con cui gli operatori televisivi hanno potuto arricchire il loro portafoglio. E' questo uno dei punti principali criticati dall'Ue nella sua procedura di infrazione. Per finire, in molti paesi europei le forme di fruizione televisiva sono già da tempo molteplici, ad esempio con la Tv via cavo, mentre in Italia, con l'eccezione del satellite di Sky, tutto era sull'etere e tutto si è trasferito sul digitale terrestre.
Il risultato è che Rai e Ms si trovano con una dozzina di canali ciascuno in digitale free; in più Mediaset ha i canali pay. Difficile trovare un panorama simile nei principali paesi occidentali.

Fonte: Reuters.it
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Beauty Contest. Passera conferma: le frequenze sono occupate, per ora



Le scelte del governo Monti sull’annosa questione delle frequenze tv potranno essere rivelate, almeno in parte, con l’approvazione del decreto Semplificazioni. Una legge che per arrivare al voto finale dovrà passare al vaglio di ben 2.229 emendamenti, tra richieste di abolizione del canone Rai, e provvedimenti riparatori per la liberalizzazione dei settori dei professionisti, delle farmacie, delle banche.

All’interno dell’enorme montagna di emendamenti sono parecchi quelli a favore dell’emittenza televisiva locale, dalle disposizioni sulla pubblicità degli enti pubblici sulle emittenti regionali, fino alle aste giudiziarie sulle stesse tv locali. Alcune modifiche, come quella proposta da Vincenzo Vita (Pd), chiedono una procedura d’asta onerosa per il famoso concorso di bellezza sospeso dal ministro Passera che avrebbe dovuto regalare 6 frequenze alle tv nazionali.

Ma la gara per l’assegnazione dei multiplex, imposta dalla Commisione europea per scongiurare le sanzioni UE sulle regole della concorrenza del mercato tv, diviene giorno dopo giorno un caso sempre più intricato. Nonostante il blocco di 90 giorni imposto dal Ministero per la ridefinizione del beauty contest, sulla quale si affollano numerosi ipotesi, sembra proprio che una parte consistente delle stesse frequenze all’asta sia occupata dalla Rai e dalle tv locali.

Secondo il CorrierEconomia lo stato di sfruttamento “abusivo” dei canali televisivi, segnalato inizialmente dal professor Antonio Sassano, sarà confermato dal ministro dello sviluppo Corrado Passera che risponderà in questi giorni all’interrogazione del deputato del Pd Paolo Gentiloni. Passera confermerà anche che le frequenze sono occupate dalle televisioni che hanno già fatto ricorso al Tar del Lazio contestando lo stesso Beauty Contest, ma preciserà che nessuna assegnazione sarà però definitiva: tutte le attribuzioni sono comunque destinate a decadere, entro giugno, quando sarà completato lo Switch-off televisivo dall’analogico al digitale nelle restanti regioni del sud Italia.

Fonte: tvdigitaldivide
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PROBABILE NUOVA PROROGA PER IL BEAUTY CONTEST

Il Governo Monti potrebbe chiedere una nuova proroga per la procedura di beauty contest. Il Ministro Passera aveva fissato per il 20 Aprile il termine di scadenza delle discussioni, ma nuove esigenze legate alle comunicazioni mobili potrebbero costringerlo ad un nuovo rinvio.
Sul fronte interno è da segnalare la crescente importanza degli operatori telco, che potrebbero reclamare un multiplex attualmente destinato al settore radio-televisivo. L'assegnazione del gruppo di frequenze richiederebbe la regolamentazione di un'asta da parte dell'Agcom, il cui mandato scade a fino maggio. Ulteriori motivi di proroga arrivano da due recenti decisioni delle organizzazioni sovranazionali.
Al WRC 2012 l'ITU è stato interpellato dai paesi africani e arabi, che hanno chiesto l'utilizzo della banda 700MHZ per poter realizzare nuove reti di comunicazione mobile sulle frequenze destinate alla tv digitale terrestre. L'organizzazione internazionale ha assecondato la richiesta, deliberando che le frequenze del secondo dividendo digitale sono i 12 canali da 8 Mhz della banda 700 Mhz. Un problema in più per l'Italia, che, come stabilito dall'ITU, si trova nella stessa regione di frequenze a cui appartengono Africa e Medio Oriente.
Il Parlamento Europeo ha deliberato una raccomandazione in cui assegna in via esclusiva la frequenza 800Mhz agli operatori mobili. Ha inoltre richiesto ai governi nazionali la liberazione di 1200 Mhz per lo sviluppo della banda larga senza fili. Le istituzioni comunitarie intendono creare un vero e proprio mercato europeo delle telco per stimolare la concorrenza tra gli operatori e garantire maggiori servizi al consumatore. Tutti gli Stati alla quale è indirizzata la raccomandazione UE dovranno effettuare un inventario del proprio spettro entro il 2015. Sembra quantomeno ottimistico sperare che il nostro paese, dilaniato da conflitti interni, riesca a rispettare i termini fissati dall'Europa.
In ogni caso l'Esecutivo sarà chiamato nei prossimi mesi a discutere della ripartizione delle frequenze tra tv e operatori telco, adeguandosi alle disposizioni di UE e ITU. Per questo motivo lo spinoso problema dell'assegnazione delle frequenze televisive potrebbe andare in lista d'attesa.
Giuseppe Liucci

Fonte: Editoria Tv
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PASSERA HA DECISO: ASTA LOW COST PER FREQUENZE BEAUTY CONTEST

Affari & Finanza di Repubblica

La formula è stata trovata: le frequenze del beauty contest saranno assegnate con un’asta competitiva ma sarà un’asta “low cost”. La soluzione, scrive Affari & Finanza di Repubblica, è pronta ma nel frattempo lo scenario è cambiato e la stessa Mediaset potrebbe avere meno necessità di nuovi mux.
La sorte del beaty contest è segnato. Entro due settimane, in tempo per rispettare il termine del 19 aprile, scadenza della sospensione decisa dal ministro dello Svilupo Economico, Corrado Passera, il governo emanerà un qualche atto che lo cancellerà per sempre. L’altra possibilità, una proroga, verrebbe vista come un tentennamento da parte del duo Monti-Passera su una materia importante come le tv e sembra ormai fuori questione. In materia di Beaty Contest il governo decide e l’Agcom dispone, quindi una volta presa la decisione, la palla passerà all’Autorità di settore per mettere a punto il nuovo meccanismo di assegnazione. Il nodo resta il prezzo. Le frequenze da assegnare sono 6: 3 sono subito pronte e buone e sono i canali 54, 55 e 58 tolti proprio a Telecom I., Mediaset e Rai. Le altre 3 frequenze sono un po’ più difficili da usare: uno e’ il canale 6 della banda Vhf, che oggi usa solo la Rai, in modo disordinato e la Europa 7. Infine ci sono i canali 23 e 28.
L’idea che si sta facendo strada al Ministero dello Sviluppo è di una gara a doppia corsia. Le frequenze 54, 55 e 58 sarebbero oggetto di una concessione ventennale solo se ad aggiudicarsele fosse una telco. Se invece fosse una tv, la durata sarebbe fissata in automatico alle scadenze fissate dall’Ue. Le altre 3 frequenze più basse verrebbero assegnate per i 20 anni di prammatica.
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BEAUTY CONTEST: PRO E CONTRO DELL'ASTA LOW COST

Giuseppe Liucci

Beauty contest o asta? Il Governo sembra aver scelto una commistione delle due procedure per l’assegnazione dei sei multiplex da destinare al settore audiovisivo. La pausa fissata da Corrado Passera per riflettere sulla sorte del beauty contest scade il 20 Aprile, ma il Ministro sembra orientato a indire un’asta a prezzi stracciati. Una soluzione compromissoria che in apparenza favorisce la competitività tra gli operatori sul mercato, ma in realtà permette ai grandi broadcasters (Rai, Mediaset, TI Media) di ottenere le frequenze senza grossi investimenti. L’asta si differenzia principalmente dal beauty contest per l’enfasi che pone sul prezzo del bene in oggetto. Una gara a basso costo sarebbe un contentino per i partiti che si erano opposti al beauty contest, ma genererebbe introiti assai più scarsi di quelli di una normale asta. E di conseguenza, in un momento di forte crisi, non si acquisirebbero potenziali risorse da destinare a fini di utilità sociale. D’altronde, i numeri parlano chiaro: l’asta per gli operatori mobili ha portato 4 miliardi nelle casse dello Stato, quasi la metà di quello che avrebbe potuto fruttare una gara per le frequenze radiotelevisive.
In ogni caso, se le intenzioni del Governo dovessero concretizzarsi, toccherebbe all’Agcom mettere a punto il nuovo sistema di assegnazione. La questione è resa particolarmente complicata dalla crescente importanza delle telco, alle quali l’Esecutivo potrebbe assegnare un multiplex per gestire il continuo aumento di dati, e dalla instabilità della stessa Autorità, il cui mandato scade a fine maggio. Per queste ragioni si era parlato di un’ulteriore proroga allo scopo di ridefinire l’attuale normativa, ma il Governo sembrerebbe aver deciso di evitare altri tentennamenti in materia. E allora la palla passa all’Autorità, che dovrà tenere conto del limite temporale imposto dall’UE: entro il 2015, alcuni dei canali in gioco dovranno essere liberati per lo sviluppo della banda larga mobile.
Al momento, solo tre dei sei multiplex sono pronti per essere utilizzati (i canali 54, 55 e 5Cool. Gli altri tre (i canali 6, 23 e 2Cool sono soggetti a vincoli elettromagnetici che ne ostacolano il pieno sfruttamento. Il Governo sta pensando di distribuire in modo differente i primi tre canali, a seconda che se li aggiudichi una telco o un’emittente televisiva. Nel primo caso si avrebbe una concessione ventennale delle frequenze, nel secondo caso la licenza scadrebbe nel 2015, in ottemperanza agli accordi presi con l’Unione Europea. Per i canali più svantaggiosi, invece, anche le TV potrebbero ottenere una concessione ventennale. Si tratta di una soluzione favorevole agli operatori mobili, ma che potrebbe scoraggiare gli investimenti da parte delle televisioni. D’altra parte, se si deciderà per un’asta low cost, i colossi del settore non avranno bisogno di spendere grosse cifre per aggiudicarsi le licenze. D questo punto di vista, l’asta a prezzi stracciati sarebbe assolutamente ragionevole, perché l’irrisorietà dei prezzi spingerebbe le emittenti televisive ad acquisire frequenze “ a breve scadenza”, poco appetibili in una gara realmente competitiva.

Fonte: Editoria Tv
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Tv, governo azzera il 'beauty contest' frequenze messe all'asta a pacchetti

Svolta del governo sull'assegnazione delle frequenze televisive. Non saranno concesse gratuitamente, annuncia il ministro Passera. Per lo Stato introito possibile fino a 1,2 miliardi. Mediaset ora punta a uno sconto sul canone
di GOFFREDO DE MARCHIS


ROMA - Nessuna frequenza in regalo per le televisioni. Mediaset e gli altri network non avranno gratis nuovi canali di trasmissione. "Il beauty contest verrà azzerato", annuncia Corrado Passera confermando l'orientamento espresso da Monti e dallo stesso ministro dello Sviluppo economico al momento del loro insediamento.

Tra nove giorni scade la pausa di riflessione che il governo si era preso per esaminare la decisione del precedente esecutivo. Ma Passera ha già sciolto il nodo e individuato il percorso per assegnare i multiplex di frequenze d'intesa con l'Europa e l'Autorità delle Comunicazioni.

Si farà una vendita pubblica, ma il bene complessivo verrà spacchettato. "La prossima asta - spiega Passera - sarà fatta di pacchetti di frequenze con durate verosimilmente diverse". È una riapertura dei giochi in piena regola, è un segnale che va nella direzione di un mercato veramente aperto.

Un'ipotesi è che la banda larga 700 (2 o 3 multiplex dei 6 totali in palio) venga aggiudicata per un periodo di 3 anni, da qui al 2015. Per quella data infatti una commissione dell'Onu ha previsto lo spostamento di reti dalle tv all'accesso a Internet.

Ed è proprio la banda 700, una rete superveloce, il bene più prezioso del lotto visto che fa gola agli operatori del web, cioè al futuro delle comunicazioni. Il resto dei canali più strettamente televisivi può invece essere assegnato per un periodo più lungo.



La scelta del governo deve ora passare al vaglio della commissione europea. E all'esame dei partiti di maggioranza, senza dimenticare l'incrocio delicato con il rinnovo dei vertici della Rai. Sarà poi l'Agcom a stabilire tempi e modalità dell'asta. Già domani possono arrivare risposte importanti.

Il commissario Ue all'agenda digitale Neelie Kroes sarà infatti a Roma per un convegno della Confindustria con Passera. L'occasione buona per fare il punto sulle frequenze tv. Secondo Mediobanca lo Stato può incassare 1-1,2 miliardi dalla vendita dei multiplex. Se non ci saranno intoppi, prima dell'estate l'Authority potrebbe indire l'asta.

SI RIPARTE DA CAPO
Il governo Berlusconi, per scelta del ministro dello Sviluppo Paolo Romani, aveva stabilito l'assegnazione di 6 multiplex di frequenze tv attraverso il beauty contest, in italiano concorso di bellezza. In pratica, niente asta ma una concessione gratuita dei canali a chi aveva i requisiti.

La pratica del beauty contest non è una prerogativa solo italiana. Lo è invece il conflitto d'interessi che coinvolge il Cavaliere e fece leggere la decisione del precedente governo come un regalo a Mediaset. Peraltro la "gara" indetta imponeva un vincolo di proprietà di soli 5 anni. Cioè: l'omaggio di oggi poteva essere rivenduto a caro prezzo in tempi brevi.

Monti e Passera, dopo il loro insediamento, stabilirono di sospendere il beauty contest. "Non credo sia buona cosa cedere gratuitamente beni di valore dello Stato", disse il nuovo ministro dello Sviluppo economico. La pausa di riflessione è finita. La decisione del 19 aprile viene ora anticipata da Passera. La vecchia procedura sarà azzerata.

LA NUOVA GARA
Si punta a introdurre regole diverse in funzione di alcune prese di posizione internazionali e di un'apertura del mercato verso soggetti diversi da quelli puramente televisivi. L'asta verrà spacchettata. Una tranche di multiplex, quella forse più appetibile, verrà ceduta a concorrenti tv solo per tre anni, fino al 2015. Dopo quella data le Nazioni unite hanno stabilito che una serie di reti vengano trasferite dalla televisione all'accesso a Internet. Si parla della banda larga 700 che dovrebbe interessare 2 o 3 multiplex dei 6 complessivi.

Su quella "strada" digitale possono correre contenuti a velocità super e gli operatori del web attendono gli sviluppi del mercato per valutare nuove offerte e nuove possibilità. In sostanza, ciò che oggi vale 10 domani può valere 100.

Le compagnie telefoniche, Tim, Vodafone, Wind e 3, si sono tirate fuori da questa partita. Non più tardi di sei mesi fa hanno investito quasi 4 miliardi per la LTE, il 4G. Ma non è escluso che a breve siano in grado di tornare a competere. Il resto dei multiplex, meno preziosi, verrebbe invece assegnato per un periodo più lungo a imprese puramente televisive.

IL VALORE
Il bollettino di Mediobanca di febbraio ha calcolato in 1-1,2 miliardi il possibile incasso dello Stato dall'asta delle frequenze tv. Non siamo ai livelli del 4 G, costato circa 370 milioni a multiplex (erano 9). Ma rispetto al regalo è una cifra considerevole. Se i passaggi parlamentari e in sede europea avranno buon esito, l'Autorità delle Comunicazioni seppure in fase di rinnovo, è in grado di varare il nuovo bando entro l'estate.

LA REAZIONE DI MEDIASET
Al momento della sospensione, Fedele Confalonieri aveva attaccato Passera e l'azienda si preparava a ricorsi in tutte le sedi, italiane ed europee. Adesso il network di Berlusconi punta ad alzare la posta su altri fronti. Ad esempio, il canone sulle frequenze. Mediaset lamenta il pagamento di 32 milioni l'anno, calcolati sulla base del fatturato.

Nessun altra tv paga così tanto. Confalonieri chiede al governo un criterio diverso per il canone fondato sul valore dei canali. In questo caso non si esclude che Cologno Monzese possa anche partecipare all'asta per la banda 700. Risparmiando in 3 anni 96 milioni di euro.

Fone: Repubblica.it
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